La fattoria La Soledad in Uruguay a un anno dall’inizio del programma dedicato all’agricoltura rigenerativa
“Dobbiamo pensare oggi all’ambiente in cui vogliamo vivere domani.”
È con queste parole che si è congedata Gabriela dopo una lunga chiacchierata nella sua fattoria in Uruguay, La Soledad. In quanto co-creazione, il progetto di agricoltura rigenerativa continua a generare benefici, permettendo di allacciare contatti e ascoltare le persone che vivono e lavorano sulla terra ogni giorno. Salvaguardare e rigenerare la terra è una responsabilità collettiva, una storia universale che si sviluppa grazie a piccoli ma significativi sforzi quotidiani, come ci ha insegnato Gabriela rispondendo a una serie di domande che le abbiamo posto.
Come sono interconnesse agricoltura e cultura? In che modo la natura si rapporta alle persone e viceversa?
In Uruguay, agricoltura e cultura si influenzano a vicenda. Il legame centenario del Paese con la terra e lo stile di vita rurale hanno plasmato la nostra cultura e influenzato le nostre tradizioni. Allo stesso modo, l’amore per le nostre risorse naturali, e la loro valorizzazione, ha gettato le basi per pratiche agricole olistiche.
Tra le industrie economiche più prolifiche, la coltivazione e l’allevamento di ovini sono attività agricole importanti, che contribuiscono alla tradizione agricola dell’Uruguay e definiscono l’iconica cultura gaucho, ovvero uno stile di vita radicato nella terra, che gravita attorno all’equitazione e all’agricoltura, incorniciato da abiti tradizionali e musica folk.
Il rapporto tra la natura e le persone è di connessione e rispetto e ha definito l’atteggiamento del Paese nei confronti dell’ambiente naturale, impegnandosi in pratiche sostenibili per proteggerlo e preservarlo.
Nel parlare di natura, si applica il principio di reciprocità. Si riceve ciò che si dà. Si può dire così?
Assolutamente. Più si curano terra, animali e i relativi habitat, più questi sono destinati a prosperare. Ed è proprio questo concetto che sta alla base dell’agricoltura sostenibile: ecosistemi sani che garantiscano abbondanti benefici a lungo termine.
Ciò conferma l’interconnessione tra l’uomo e il mondo naturale e sottolinea l’importanza di una gestione responsabile.
La natura è estremamente gentile: se ci impegniamo in pratiche sostenibili, come la conservazione dei corsi d’acqua, la riduzione dell’inquinamento o le pratiche agricole rigenerative che ci permettono di mantenere un rapporto sano ed equilibrato con il suolo, l’ambiente risponde in modo sorprendente.
Prendendoci cura di ciò che ci circonda, ne percepiamo rapidamente i benefici, ad esempio aria pulita, suolo fertile e abbondante biodiversità locale.
Confido che, applicando il principio di reciprocità, le società possano promuovere un rapporto più armonioso con la natura, riconoscendo l’interdipendenza tra la qualità della vita degli esseri umani e la salubrità dell’ambiente. Sostenendo la salvaguardia e la conservazione a lungo termine della natura, possiamo incidere positivamente sulle generazioni presenti e future.
Cosa significano, secondo te, biodiversità e sostenibilità? Come possiamo incorporare questi due concetti nella nostra vita quotidiana?
Ritengo che con il termine “sostenibilità” ci si riferisca a un modo di agire che riconosce l’impatto delle azioni umane sulle altre persone, sugli animali e sul pianeta. Tiene conto di ogni fase del processo e si concentra sull’amministrazione intelligente delle risorse per soddisfare le esigenze attuali, tenendo conto anche di quelle delle generazioni future.
La biodiversità si riferisce alla varietà della vita sulla Terra, varietà che garantisce l’equilibrio tra le specie. È fondamentale per il funzionamento degli ecosistemi, poiché ogni componente contribuisce a suo modo alla salute e alla resilienza dell’ambiente.
“La sostenibilità ci sfida a trovare un equilibrio tra la soddisfazione dei bisogni immediati e il loro impatto più ampio sul mondo naturale.”
La biodiversità si riferisce alla varietà della vita sulla Terra, varietà che garantisce l’equilibrio tra le specie. È fondamentale per il funzionamento degli ecosistemi, poiché ogni componente contribuisce a suo modo alla salute e alla resilienza dell’ambiente.
Personalmente ritengo che un ottimo modo di essere sostenibili nel nostro quotidiano sia pensare alle origini del cibo, dei vestiti e dei prodotti che scegliamo. Essere consapevoli dell’impatto dei processi sul mondo naturale è un ottimo punto di partenza e sostenere chi produce responsabilmente è un modo per mettere il nostro potere di consumatori a servizio del bene comune.
Il Programma NATIVATM Regenerative Agriculture, lanciato da Gucci in collaborazione con Chargeurs Luxury Fibers, si estende su 100.000 ettari di terreno gestiti da dieci aziende agricole e si concentra sul miglioramento della qualità del suolo, con l’obiettivo di generare migliori sostanze nutritive, acqua più pulita e un habitat complessivamente più sano e ripristinare la biodiversità a livello di azienda agricola, oltre a sequestrare il carbonio e sostenere le comunità agricole.
“L’obiettivo che perseguiamo con questo progetto è ricreare il meccanismo pressoché perfetto della natura.”
Creare ecosistemi equilibrati in cui tutti gli esseri, grandi e piccoli, convivono. Oltre a infondere nuova speranza in un sistema in cui animali, piante e persone possono lavorare insieme per prosperare, ciò consente all’industria tessile di essere parte di un cambiamento tanto urgente quanto rilevante.
Personalmente, è per me un grande piacere condividere questo viaggio con Gucci. Aderendo al Programma NATIVARegenTM, Gucci si è impegnata a lungo termine per garantire pratiche sostenibili per i suoi capi di lana, fornendo un processo realmente trasparente e responsabile dalla fattoria al capo finito.
Oltre a migliorare la salute del suolo e il benessere degli animali, Gucci sostiene gli agricoltori e le loro famiglie, con un impatto positivo sulle nostre comunità locali.
Scopri il video completo e con descrizione audio nel seguente link.
Scopri l’Impact Report 2022 di Gucci Equilibrium di Gucci al seguente link.